domenica 20 giugno 2010

La memoria dell'acqua

C’è un elemento in natura che più di tutti è indice di vita, l’acqua, una sostanza che ricopre il 70% circa della superficie terrestre e che si ripresenta più o meno con la stessa percentuale nella composizione del corpo umano.

È proprio questa relazione ad aver costituito il punto di partenza di alcuni ricercatori, spinti dall’idea che questa semplice combinazione di idrogeno e ossigeno nasconda in realtà qualcosa di molto più complesso di quello che siamo soliti pensare. Si sono così sviluppate diverse teorie, le quali, partendo dal presupposto che gli esseri viventi e il nostro pianeta sono interdipendenti, affermano che l’uomo sarebbe influenzato dall’ambiente in cui si trova, e che egli stesso sia a suo modo in grado di influenzare tutto ciò che lo circonda. In Giappone, in particolar modo, si è arrivati a credere che l’acqua possieda una ‘memoria’ delle proprie esperienze, e che essa si comporti in modi differenti in base alle diverse sollecitazioni ricevute.

Se ciò fosse vero, se l’acqua possedesse davvero una memoria, ci troveremmo di fronte a un sistema di comunicazione ancora sconosciuto, un sistema del quale attualmente non sapremmo ancora nulla (provate solo a pensare alla possibilità di interrogare un campione d’acqua, magari presente sulla scena di un delitto).



Occorre tuttavia ricordare la differenza fondamentale che, all’interno del mondo scientifico, distingue nettamente le “scienze” vere e proprie da quelle che vengono definite “pseudoscienze”. Si utilizza il termine pseudoscienza per indicare ogni teoria, metodologia o pratica che affermi di essere scientifica (o voglia apparire tale), e che tuttavia non abbia alcuna aderenza col metodo scientifico (o metodo sperimentale), l’unico riconosciuto dalla scienza moderna per dimostrare validamente le proprie affermazioni.

Da anni gli omeopati si battono affinché la propria disciplina venga riconosciuta dalla medicina ufficiale. Si capisce, pertanto, il motivo per cui le teorie di Emoto abbiano suscitato tanto clamore anche al di fuori dell'ambiente scientifico. Se l’acqua possedesse effettivamente una memoria, infatti, le obiezioni nei confronti dell’omeopatia sarebbero confutate ed essa potrebbe finalmente guadagnare il tanto agognato riconoscimento scientifico.

Al fine di mettere alla prova la presunta esistenza del paranormale, ma anche le teorie pseudoscientifiche, in Italia opera il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che, sulle orme dell’omologo CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims Of the Paranormal), cerca di diffondere la pratica della sperimentazione e dell’osservazione oggettiva di fronte a presunti fenomeni paranormali. Inoltre, a livello internazionale esiste da diversi anni il “premio Randi”, istituito dalla James Randi Educational Foundation, che mette in palio un milione di dollari per chiunque si dimostri in grado di verificare sperimentalmente l’esistenza di poteri paranormali o la validità di affermazioni pseudoscientifiche (come, ad esempio, prevedere il futuro mediante l’oroscopo). Nessuno però, al giorno d’oggi, è ancora stato in grado di vincere tale sfida.

È proprio la mancanza di qualsiasi fondamento scientifico che impedisce al lavoro del dr. Emoto di attirare l’interesse della quasi totalità degli scienziati accettati e rispettati dalle istituzioni di ricerca.

La cosa più grave, tuttavia, è che un gran numero di persone gli dia credito senza indagare la scientificità delle sue affermazioni e che Emoto abbia sviluppato un’azione di merchandising basandosi proprio sulla certezza assoluta delle proprie teorie (segno, insieme a molti altri, dell'allargamento nella ricerca di salvezza o spiegazioni dell'esistente ad ambiti mistici-esoterici, fenomeno di cui pseudoscienziati e santoni approfittano con 'arte').

Nel Gennaio 2008, infatti, egli ha fondato la Office Masaru Emoto GK (ovvero “godo kaisha”, società a scopo di lucro) nel quartiere Yanagibashi, a Tokyo, giustificando i propri profitti come fondi necessari per effettuare ricerca e formazione sull’acqua, e poter quindi rincorrere il sogno di un “mondo di pace”. Poco tempo dopo, inoltre, egli ha creato la fondazione “Emoto Peace Project”, che avrebbe come intento quello di “comunicare con l’acqua”, allo scopo di diffondere nel globo emozioni positive grazie alla presunta memoria del liquido. Nonostante il nobile intento proclamato, occorre però ricordare che tale fondazione dipende da una struttura chiamata HADO, la quale, oltre a organizzare corsi e seminari, gestisce sul proprio sito web un fiorente merchandising, utilizzando la fama conquistata dalle ricerche di Emoto presso il grande pubblico. È da notare, a tal riguardo, come insieme a materiali audiovisivi, libri e poster, l’online shop della Hado comprenda anche la vendita dell’ “Acqua Indigo”, indicata come “geometricamente perfetta” e quindi in grado di essere “più facilmente assimilata a livello cellulare”, e per questo motivo venduta a 35$ la bottiglia.

È perciò opportuno concludere questo post ricordando la critica che sovente viene mossa al metodo scientifico, tacciato di essere eccessivamente ermetico e quindi di impedimento a un libero sviluppo di nuove teorie. Esprimendo un parere in proposito, Carl Sagan (astronomo, divulgatore scientifico e autore di fantascienza statunitense) affermò semplicemente: «È vero, inizialmente risero di Copernico e di Albert Einstein, ma è altrettanto vero che risero pure di Bozo il pagliaccio...».

Nessun commento:

Posta un commento