martedì 1 giugno 2010

L'arte/potere del montaggio: e l'etica?

Il montaggio video è un processo mediante il quale sequenze di riprese video possono essere modificate a piacimento, con l'aggiunta eventuale di effetti speciali e tracce sonore. Lo scopo è quello di comunicare in modo più appropriato il messaggio contenuto nella ripresa video, ed è per questo motivo che il montaggio può essere considerato alla stregua di una forma d'arte.

L'espressione montaggio video (in inglese video editing) è in realtà ambigua. Occorre infatti distinguere questo ambito in due diverse tipologie: 1) Linear video editing (Modifica lineare di video), effettuata attraverso VCR recorder con procedimento analogico; 2) Non-linear video editing (Modifica non lineare di video) effettuato attraverso software con procedimento digitale.

Il non-linear editing (NLE), in particolare, consiste nell'acquisire sequenze video, immagini e suoni attraverso processi di digitalizzazione, e nell'elaborarli sul computer anziché operare direttamente sulle fonti originali (linear editing). L'acquisizione dei flussi video e audio avviene attraverso la memorizzazione di tutto il materiale su Hard Disk attraverso specifici codec di tipo lossless (che non comportano perdita di qualità generando una copia perfetta dell'originale) o lossy (che utilizzano algoritmi di compressione per generare file di ridotte dimensioni).

Ne consegue che le successive elaborazioni e modifiche possono essere eseguite senza limiti (ogni elemento può essere spostato, modificato e rieditato a piacimento, poiché i software NLE gestiscono il materiale audio e video come dati digitali indipendenti) e senza alcun rischio di degrado di qualità (al contrario di quanto succede nel montaggio lineare).

Conclusa questa dovuta parentesi tecnica (mi scuso con chi già conosceva questi concetti per averli studiati in vista dell'esame Gavazzoli), passo a porre la questione 'portante' su cui si centra questo post (ben esemplificata dal video introduttivo dedicato al mitico Homer): è giusto che un 'manipolatore' possa agire a suo piacimento nella resa dei servizi tv?

E' vero, si dirà, che il montaggio è assolutamente necessario allo scopo di rendere il prodotto efficace e gradevole per la fruizione televisiva. Chi però, come me, ha partecipato alla creazione dei nostri servizi (che potete visionare qui) si è potuto accorgere con evidenza di quanto questa possibilità possa diventare un potere pericoloso se utilizzata con 'cattive intenzioni'. In barba a qualsiasi codice etico e deontologico è in pratica possibile far dire a chiunque quello che si vuole.

Certo, ormai non siamo più nell'epoca delle teorie sulle masse inconsciamente manipolate dall'alto, eppure sono tuttora ben presenti le voci di chi protesta contro un'informazione che "si piega" agli interessi di "chi paga" le persone che la fanno (uomini e donne che gli editori stessi hanno assunto e adibito a quei ruoli). In fondo è risaputo che la maggior parte delle persone va a votare sapendo solo quello che viene detto in tv, per non parlare dell'incidenza dei messaggi pubblicitari (se ben fatti) sulle abitudini di spesa e sulle mode d'acquisto.

Questi naturalmente sono solo alcuni dei molti esempi che si possono fare. Quello che però vorrei chiedervi io qui, sull'onda della polemica Busi-Minzolini (con susseguente uscita dal Tg1 della anchorwoman), è: nel caso ipotetico in cui vi trovaste a "dover scrivere o descrivere un fatto nel modo richiesto dai vostri capi, che è quello richiesto dalla linea editoriale, che è dettata dagli sponsor", come vi comportereste?

Come dite? E' logico che nel campo dell'informazione funzioni così, ovunque tu vada e per chiunque tu lavori, perché è tutto un 'gioco delle parti' come ci hanno descritto i nostri prof? Mmmm...ok...ma allora mi chiedo, noi che ci stiamo a fare? Per voi cambio domanda: siete pronti a rinunciare alla vostra 'libertà' per sopravvivere in questo mondo?

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